Quanto uno scatto fotografico può raccontare la storia ed esprimere il senso di appartenenza di una comunità ? Nessuno più di questo per la città  di Grosseto credo.

Mai ho visto niente che potesse impressionarmi di più e raccontare da un punto di vista così tragicamente privilegiato la seconda guerra mondiale nella mia città . L’incredibile documento spunta dagli archivi della U.S. Air Force, negativo 8×9 registrato il 14 dicembre 1943.

Da un bombardiere B-26 DELLA 12ª AERONAUTICA, la prima delle bombe cadute su Grosseto che colpì gli scali di smistamento.

8 mesi prima di questo scatto, era avvenuto il terribile massacro di pasquetta a Piazza De Maria, un evento che anche i meno vecchi tramandano con un eco di racconti tra generazioni: nessun allarme suonò,  le bombe colpirono le giostre  uccidendo 208 persone tra cui molti bambini. Questa foto racconta mesi di terrore e anche che quanto accadde il 26 aprile 1943 non fu di sicuro una tragica eccezione.

Questa panoramica, lontana dalle case, riesce a raccontare con incredibile vicinanza emotiva i mille tragici istanti e le decine di storie successive a quel momento. Tutte le viste a me familiari, gli angoli delle strade e le piazze là  sotto diventano un film reale nella mia immaginazione. Se molti edifici del centro vennero distrutti dalle bombe è strano pensare che la cittadella militare fuori dal centro che si vede nella foto è ancora oggi esattamente allo stesso posto. Nel 1982 il mio asilo sarebbe stato ad un passo da li, in via Lago di Varano. E’ confortante pensare che in quella vista non si vede ancora casa mia, ma i miei nonni avrebbero riconosciuto invece i loro tetti.

Lo scatto è protetto da copyright e non è consentita la riproduzione, pubblico quindi l’immagine con un link all’archivio ufficiale. Il paradosso è che gli stessi che in quell’istante distruggevano e ritraevano la morte adesso ci chiedono in soldi i diritti d’utilizzo. Un amaro souvenir in vendita all’uscita delle giostre.