E’ molto bello incontrare amministratori di immense fortune, disposti ad aprire le loro porte per mostrare gioielli perduti.

Abbandonando Montalcino seguendo le ultime curve a monte dell’Ombrone ho incontrato questa abbazia romanica dall’incredibile fascino, sperduta nella Val d’Orcia, in una tenuta privata.Farsi aprire il portone di questa abbazia senza ne appuntamenti ne aspettative è stata una bella fortuna. E’ così che si supera la soglia superficiale della passeggiata trasformandola in una vera esperienza.

Talvolta, anche se le oche starnazzano, l’alano ti guarda minaccioso dall’alto della gradinata, e i giardinieri affilano scuri le lame, si riesce a superare l’apparente diffidenza. Ed è un gran piacere scoprire così i gioielli nascosti che spesso stanno dietro ai portoni, nelle cantine, dentro le case; in Val d’orcia a volte anche dentro ai pozzi.

Senza aspettative, senza code, senza biglietti d’entrata, senza audio guide. Solo i cavalli bradi, a pulire le sterpaglie tra i filari delle vigne.

Quando ho oltrepassato la porta legnosa di questa chiesa romanica, il sole colpiva la tenda rossa del confessionale irradiando di porpora il cotto del pavimento ed evidenziando le curiose colonne inclinate verso l’esterno. Nell’angolo opposto tagliato dall’ombra un cunicolo porta in un criptoportico con gioielli di pietra romanici e ossa.