E’ un anno è mezzo che scatto in digitale e riconosco che non potrei mai tornare indietro. Mi sembra già una vita che non attendo più gli sviluppi dal laboratorio. E ciò nonostante mi ostino a usare il meno possibile lo schermino lcd sul dorso della Nikon perché distrae dal ritmo degli scatti e tenta la prematura scoperta del risultato. Quasi tutto il meglio che era l’esperienza fotografica con la mia vecchia F-70 continua nell’era del digitale. Lo scatto è più semplice, meno costoso, più trasportabile, facilmente duplicabile. Pochi secondi per moltiplicare le copie elettroniche di un file, altrettanti secondi e facilità per perdere tutta la memoria storica fotografica:
lo scorso weekend, nonostante due copie di backup aggiornate settimanalmente, ho rischiato la perdita irreparabile di gran parte del mio archivio. Un disastro che è l’incubo di ogni appassionato fotografo, compreso il mio. Ho recuperato 50 dei 60 Gigabyte dall'”immagine latente” sui cluster dell’hd. Posso ritenermi fortunato. Mai succederà ancora qualcosa del genere. Giuro. La foto delle Marze del post precedente esiste ora solo su questo blog, e non si sarebbe salvato neppure il ricordo se non l’avessi messa su questo sito.
Stampate, stampate, stampate. E mettete tutto in una scatola da scarpe, un bauletto o una cassa.
Pubblico una delle dieci foto che si sono salvate.