Post taggati ‘manifesto’

Avviso! Mercato

Avviso! Mercato

Ho riutilizzato questa illustrazione di prova realizzata tempo addietro per questo manifesto CONTINUA…

Incisione ottocentesca dei Butteri

Incisione ottocentesca dei Butteri

Ecco un’altra illustrazione ispirata alle incisioni ottocentesche. Oltre alla tecnica grafica sul ritratto del buttero, c’è una certa ricerca anche sui dettagli: gli elementi tipografici sono recuperati da stampe d’epoca originali. CONTINUA…

Sicuro Cado!

Sicuro Cado!

Grottesco l’effetto che si ottiene infrangendo in grafica la coerenza tra l’importanza del significato da comunicare e le dimensioni degli elementi nello spazio. Una regola banale. Mi riferisco alla campagna della Regione Toscana dedicata alla prevenzione delle cadute dall’alto che campeggia sui cantieri in città , “Sicuro non cado“… CONTINUA…

Las Grossetos, La sfigas

Las Grossetos, La sfigas

Mi ha colpito questa campagna affissa in tutta la città : guardatela bene, è la faccia del grossetano più sfigato. Quello che si pensa a Las Vegas e si sputtana lo stipendio senza nemmeno le ballerine, le luci e gli sfarzi della mitica città  del divertimento. Diciamo che si impoversice restando al massimo sulle panchine della Sala Eden. Esattamente come lo sfigato della lottomatica che svuota il conto con paypal giocando al poker online dopo aver visto James Bond aka Pierce Brosnan in tv. Altro che bondgirls. CONTINUA…

Prerequisiti della vera sagra

sagra-e-salsciccie.jpgMi ricollego al post di Elisa sulle sagre di luglio e vi racconto cosa ne penso.

Le sagre in Maremma portano l’estate prima ancora delle temperature bollenti.
Ci si diverte, c’è gente ed è un occasione per fare qualche zingarata fuori porta.
Tornare dopo una giornata al mare e rifugiarsi a festeggiare in qualche paesino è davvero una bella abitudine che solo chi sta in Maremma può permettersi regolarmente. Alle sagre si passeggia, si comprano cianfrusaglie, si parla con tutti, si beve, si mangia, si balla. Si balla il liscio, che io ho quasi sempre osservato da lontano. Esistono alcune sagre e feste del vino dove si è tentato di ovviare ad una tradizione consolidata ( quella della tastieraccia e delle basi elettroniche, a volte delle fisarmoniche ), in favore di band poligeneri che passano da Bob Marley a Gabriella Ferri. Una vera bellezza.

Le sagre erano feste di paese dove in primavera si gustavano i prodotti migliori delle piccoli comunità  agricole dei dintorni. Vi si trovava il meglio perché erano organizzate come le nonne o le zie organizzano una cena per i figli e i nipoti in famiglia. La gente del posto festeggiava mangiando e bevendo i loro stessi prodotti. Cioè formaggi, maiale e vino. La ricorrenza era spesso religiosa e coincideva con l’anniversario della consacrazione della parrocchia. Per questo la sagra è sacra come il sagrato della chiesa. Luogo antistante la facciata e prospicente alla piazza dove infatti era solito organizzare queste feste.

Adesso le sagre richiamano gente da tutta la regione e costituiscono un importante richiamo per molti piccoli piccoli paesini. Alla sera vi sono veri e propri esodi di gente che abbandona l’afa notturna della pianura per sparpagliarsi tra i borghi collinari. Il turismo ha trasformato queste feste in una vera risorsa economica ed hanno imparato a sfruttare il mito di genuinità  che rappresentavano. Le date si moltiplicano, i piatti tipici si moltiplicano, si inventano nuove sagre e ogni paesino tenta di accaparrarsi i privilegi sul nome di qualche animale da selvaggina, gnocco o frutto da macchia mediterranea. Con molte guerre con la categoria dei ristoratori che denunciano concorrenza sleale.

In nome della preservazione della genuina sagra pubblico qui il manifesto e i prerequisiti delle vere feste paesane. Fatemi notare se ho omesso qualche punto fondamentale:
CONTINUA…

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