Archivio Agosto, 2007

Galleria di Pitigliano

Ho pubblicato una galleria con alcuni scatti dedicati a Pitigliano, la città  del tufo e degli asini.
Tornando indietro nella storia, pare che, i simpatici quadrupedi simbolo di sacrifici ma anche parte della vita e dei costumi delle famiglie, sparirono tra il 1947 e il 1955. Fu l’invenzione dell’ape Piaggio, che decretò insieme al mito Vespa il successo economico della stessa azienda. E’ buffo che adesso anche gli “apetti” abbiano acquisito la fama di elemento tipico parcheggiato nei vicoli paesani. Quando il turismo straniero si impossessrà  dei nostri paesi, proveremo quasi lo stesso rimpianto quando anch’essi verranno sostituiti da smart e fiat’500. Speriamo di no.
Se cercate foto storiche di Pitigliano e della Maremma in genere, nessuno meglio di Adolfo Denci riuscì a preservare nei suoi scatti l’anima e le testimonianze di una cultura contadina ormai perduta. Di lui si tengono periodicamente molte mostre, ma non ho trovato nessun web link. Cercherò ancora.

Argilla

Scavo alla rocca - alieniScavo alla rocca - alieni

Quella grigia che è venuta fuori dalla fossa profonda sei metri scavata stamani a Roccatederighi. Si è concluso così il giallo dell’estate cominciato a fine Luglio mentre partivo per Mosca. Giornali, associazioni geologiche, archeologiche e ufologiche si sono occupate del caso, e se ne era parlato anche in America. Cosa non difficile, quando le distanze sono quelle dei forum degli appassionati di alieni.

In un campo a due chilometri dal paese e sotto 4 metri di terra, era stata rivelata dagli strumenti una massa conduttrice che emetteva un campo magnetico potente, dalla forma perpendicolare e simile ad un ufo od un carroarmato. Le ipotesi andavano dal residuato bellico, al deposito di scorie, di armi, all’oro di hitler, ad una piattaforma contraerea, ad una miniera sepolta, ad un meteorite, agli alieni. Stamani si contavano almeno 6 ufologi, un astronomo, 3 giornalisti, qualche vecchio del paese, 4 ragazzetti, 1 divisa della protezione civile, 4 carabinieri, il ruspista e qualche faccia misteriosa. Le spiegazioni del geologo, visibilmente deluso, sembravano dopo lo scavo talmente scontate. Domani ne parleranno i giornali, ma mi chiedo perché non sono emerse prima. Comunque, almeno gli ufologi, sono quelli che tengono appesi alle pareti i poster con su scritto “I WANT TO BELIEVE”. E ai giornalisti va benissimo così.

L’unico manufatto recuperato, da noi personalmente, è stato un panino con la finocchiona all’alimentari da Serena, poco lontano dalla piazza del paese. Mentre si versava una birra, seduti sul muretto, un ragazzetto in motorino gridava alla finestra << Mamma vò a vedè l’ufo! -Va bene! >>

Sabbia

Sabbia

Dall'aeroporto a Pitigliano

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Appena tornato dal mio viaggio, due sere dopo. Dall’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci, a Pitigliano. Tornato nella città  del tufo. Pizza e fotografie. Pieno di gente. Pochi stranieri. Fontane accese. Un paese vivo davvero. Ci sono stato con un amico che ci è nato e vissuto, ma se ne andava in giro a fare foto come fosse stato un turista che ci capita per la prima volta. Troppo facile l’entusiasmo della prima volta che visiti il colosseo, la piazza rossa, la torre pendente, la muraglia cinese. E non c’è cosa migliore che fare il turista nella propria città  e il viaggiatore all’estero. Presunzione o illusione. Forse.

pitigliano_04.jpgIl villano, monumento recentemente installato nella piazza principale del paese, celebra le radici contadine di Pitigliano e l’antico mezzo di locomozione che popolava un tempo i vicoli del paese: l’asino. Prima del 1947, quando f๠inventata l’Ape Piaggio.Pensate che l’autore del monumento col somaro è lo stesso che ha forgiato un enorme Abramo Lincoln attrazione della città  di San Francisco. E anche l’enorme statua di Leonardo da Vinci all’aeroporto di Fiumicino a lui intitolato.L’anno scorso la Sony, produttrice dell’orribile film del codice, si è presa la briga di restaurare la suddetta statua. L’ha coperta per sei mesi con uno striscione del film e perdipiù durante i lavori i restauratori hanno rinvenuto all’interno una botola con pergamena in latino.Presto una galleria intera dedicata a Pitigliano.

Ritorno al futuro

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Sono tornato dal mio viaggio in Russia. Tornato come da un viaggio indietro nel tempo, talvolta anche avanti. Pi๠si viaggia lontani e il ritorno è veloce, maggiore è lo shock: bisognerebbe sottoporsi ad un ritorno graduale, una specie di camera di decompressione che ti riporta lentamente a casa. Percorrendo grandi distanze in breve tempo, la realtà  che ti circonda muta all’improvviso. La mente fatica ad ambientarsi e non riesci a credere di essere già  a casa o di essere mai partito. Il viaggio dovrebbe avere sempre dei tempi di spostamento equilibrati. Come quelli del treno che ti porta da Mosca a San Pietroburgo: 900 chilometri in 12 ore che ti permettono di percepire il tuo corpo muoversi nello spazio. Il finestrino in mezzo alle cuccette ti mostra l’andare del paesaggio dall’inizio alla fine. La noia di quelle ore si stempera tra le guide, il sonno, il tè, le mappe, ancora il sonno e i piani del cosa fare quando arrivi.

Il terminal aeroportuale di Mosca mi ha condotto invece direttamente a casa in 3 ore. C’è voluto più tempo per svegliarmi, uscire ancora assonnato dall’albergo a mezzogiorno e recarmi all’aeroporto Sheremetievo 2 nel traffico nauseabondo della capitale russa. Non è il cambio di fuso orario a creare scompenso, ma quello repentino di ambiente.
Appena rientrato, stamani mia cugina ha litigato con la sua compagnia durante la sua permanenza a Utrecht. Rimasta senza mezzo per il rientro anticipato, in 20 minuti le ho trovato un treno per Rotterdam, il bus per l’aeroporto e un biglietto aereo per un volo in partenza dopo appena tre ore. Le è bastato arrivare al check-in con un foglio di carta con su scritto a penna “PB2RPN” e si è imbarcata: oggi pomeriggio è gia a casa. La banda larga accelera anche i nostri spostamenti fisici.

Sono tornato dopo aver visto la Russia caotica di Mosca, la Russia dalle notti corte di San Pietroburgo, la Russia delle diversità  di Nizhniy “Gorky” Novgorod, la Russia profonda e desolata sulle sponde del fiume Vetluga. Tornato con troppe fotografie da lavorare.

Pubblicherò più avanti una galleria completa. Intanto le prime tre foto. Imbarcazioni da pesca nella foresta portuale di San Pietroburgo, una stazione fluviale ormeggiata alla confluenza tra il Volga e il Vetluga, il sottoscritto in viaggio nel vagone letto per San Pietroburgo.

Non si può stare via per un pò, che a tutti vengono manie di grandezza ! Vedo con piacere che Elisa è tornata a scrivere, e per di più articoli lunghissimi ! Si vede che la sua pratica con il “magazine” da i suoi frutti ! Beh sono contento. Ho provveduto per evitare la scomparsa prematura dei post, ad inserire i “break” che consentono di accorciare gli articoli con la possibilità  di leggerli integralmente cliccando su “more”. Vi invito a farlo quando superate una quantità  notevole di battute.

A presto.

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