Sulla spiaggia basta percorrere qualche chilometro in più. Oltre la media della pigrizia, basta poco. Quando raggiungi un luogo inaccessibile ai mezzi motorizzati e superi a piedi questo confine, vedi la natura riprendersi lo spazio. E tanti dettagli cambiano, allontanandosi dalla persistente influenza dell’uomo.

Ci vuole qualche chilometro. 5 chilometri a volte bastano per individuare i primi indizi. 10 chilometri trovi tracce. Ma la soglia di quella distanza che consente alla natura di tornare selvaggia e consentire alle specie selvatiche di sentirsi quasi al sicuro, credo sia oltre i 15 chilometri. E’ una distanza e un tempo di percorrenza sufficienti almeno per tenere alla larga gli esseri umani che non sentono affinità  con gli ambienti e le specie naturali. O almeno coloro che hanno dimenticato che noi stessi siamo parte dell’ecosistema e non dovremmo mai scindere la nostra esistenza dal destino della natura. A proposito ho apprezzato questo cortometraggio che lancia proprio questo messaggio.

Oltre i 15 chilometri la sabbia diventa piatta ed è calpestata solo dal vento e dagli insetti. Il sale forma lastre e strati croccanti. Si trovano tante conchiglie di tanti colori. Rari pettini gialli. I fratini banchettano con vermi di arenicola sul bagnasciuga e depositano uova sulla sabbia. Le onde disegnate dal vento sulla sabbia senza interruzioni.

La conchiglia gialla è un pettine raro che difficilmente si trova su altre spiaggie. Un gioiello da fotografare.