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Stazione fluviale

Stazione fluviale

Quando percorri una strada di un paese straniero e d’improvviso ti si apre una piazza in fiera che squilla a fanfara con un’orchestra di ottoni, sembra già  una cosa un po’ retrò.  Ma poi risuona la doppia campana di un tram in partenza; quando il bigliettaio sbarra il soffietto capisci che sei tornato indietro nel tempo.

Frotte di bambini si sparpagliano con palloncini retti da una stecca leccando caramello trasparente. I padiglioni dietro i tigli sfumacchiano carni e versano da bottiglie ricurve. Un’insegna cilindrica a righe arrotolate ruota sinuosa davanti alla vetrina con riflessi di sedili in pelle e gente ingrembiulata. CONTINUA…

Traslucenza di un fico

Traslucenza di un fico

Questo piccolo albero di fico sul muraglione di un giardino in un vicolo di Orvieto si gode il tiepido sole sul tufo. La luce sembra statica, ma ci vogliono pochi secondi prima che il sole scavalchi il muro oltre lo zenith. Le ombre ruotano e si stirano. CONTINUA…

Case che scompaiono

Case che scompaiono

Via dalla Toscana. Sono già  stato qui ad est un po’ di volte. E stavolta credevo di aver esaurito l’interesse e la passione che queste abitazioni mi suscitano. Avevo già  ritratto le case e le finestre russe, i migliori scatti sono qui nella galleria “finestre russe“. Nella russia moderna non c’è più spazio per questo tipo di abitazioni. Se visitate Mosca, le testimonianze di come si viveva in questa terra a fine ottocento non esistono già  più. CONTINUA…

Mattino ad Arcidosso

Mattino ad Arcidosso

Arrivare prima agli appuntamenti mi consente di inaugurare la memoria con qualche scatto non pertinente. Non mi piace arrivare sul posto con la scheda vuota e cominciare dai fotogrammi già  pianificati. Questi fuori programma prima di giungere sul posto rappresenta quasi un rituale che mi fa sentire meglio: un gesto per “rompere il ghiaccio” con l’otturatore e un auspicio che gli scatti seguenti saranno fortunati. Ecco perché spesso, non solo passo la giornata intera sul posto, ma cerco di arrivare in anticipo per dedicarmi un pò di tempo; come fosse un riscaldamento. CONTINUA…

La cala nascosta

La cala nascosta

Scordatevi l’itinerario. Dimenticate le istruzioni per arrivare in questa, che secondo me, è la cala più bella in Maremma. Trovata, persa e ritrovata a distanza di 2 anni. Una delle poche spiagge sabbiose tra gli scogli, un tuffo mozzafiato dalla panoramica dell’Argentario dal quale ho realizzato questo scatto al tramonto. A quest’ora, quando ormai la spiaggia è deserta, i raggi dell’ultimo sole e l’ombra della punta con i resti della torre spagnola, tagliano la baia in due mondi di luce. CONTINUA…

Modernità  tra le vigne

Modernità  tra le vigne

Trovo che questo scatto funzioni come analogia di questa città . Grosseto è una cittadina di provincia che si trova ad affrontare la modernità  in periodo di crisi, ma ha le sue radici (e valori) nelle colline e tra le vigne.

Questa è solo una rotonda, quella di Piazza La Marmora, che riproduce una vigna in miniatura ed un oliveto in un fazzoletto di città  immersa nel traffico. Trovo divertente la campagna pubblicitaria brillante e sofisticata che spunta tra la segnaletica, i ciclisti in rotatoria e i treni che sfrecciano costeggiando la via Aurelia. CONTINUA…

Archeologia industriale e archeologia

Archeologia industriale e archeologia

C’è un filo che lega questi scatti, dalle fabbriche abbandonate di Tivoli al maestoso corridoio sepolto della Domus Aurea nel centro della Capitale. Proprio sotto quelle ciminiere ottocentesche, vecchie industrie cartarie, c’era una centrale; e prima delle turbine idroelettriche che sfruttavano il tuffo dell’Aniene in pianura, c’era una polveriera e prima ancora una ferriera di cannoni napoleonica. CONTINUA…

Onda verde della Feniglia

Onda verde della Feniglia

Come un’onda sollevata dallo scirocco, il tombolo rigoglioso della Feniglia si getta nella laguna di Orbetello. Poco sopra la collina con la torre di Capalbio. Al termine dell’arco verde le villette di Ansedonia si godono la stessa vista sull’Argentario da 2.500 anni, quando nello stesso luogo sorgeva la Colonia di Cosa, 4° secolo a.C. Ho realizzato questo scatto dal bosco nei pressi del Convento dei Passionisti. CONTINUA…

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