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San Lorenzo: stesso tetto

San Lorenzo: stesso tetto

San Lorenzo: stesso tetto

Mai partecipato alla processione del Santo Patrono San Lorenzo così da vicino. In alto.

Mi sono reso contro che il santo avrebbe attraversato una prospettiva molto familiare, e lo avrebbe fatto perpendicolarmente avvicinandosi attraversando il corso. Fin sotto le finestre del sindaco. Portandosi dietro quella grata incandescente accessa dalla luminaria, la foglia di palma e il libro con su scritto “Dispersit dedit pauperibus

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Con i garofani negli occhi

Con i garofani negli occhi

Mi sono appassionato alla cronaca nera. Ma non quella contemporanea televisiva, quella del 1821. E’ la storia dietro questo scatto fotografico, una vicenda che mi ha coinvolto emotivamente, complice il caso fortuito che ha concluso la mia piccola ricerca.

In un giorno qualunque di giugno, abbandonata la vespa e fotocamera in spalla, mi sono addentrato nella boscaglia di valle rotana; ho risalito un antico tracciato di una strada medievale, oggi inghiottita dalla macchia. Sul percorso ho trovato una pietra miliare, di quelle che segnavano un tempo le distanze, unica traccia rimasta di una via di comunicazione in uso fino alla fine dell’800.
Sono qui per trovare un cippo con una croce di ferro: memoriale di un atroce massacro accaduto quasi due secoli fa.

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Conchiglia gialla

Conchiglia gialla

Sulla spiaggia basta percorrere qualche chilometro in più. Oltre la media della pigrizia, basta poco. Quando raggiungi un luogo inaccessibile ai mezzi motorizzati e superi a piedi questo confine, vedi la natura riprendersi lo spazio. E tanti dettagli cambiano, allontanandosi dalla persistente influenza dell’uomo.

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La nave nella foresta

La nave nella foresta

Sulle pendici del monte Leoni, ho inaugurato il restauro “filologico” della mia vespa primavera 125. Quando l’ho ritirata dall’officina avevo rammentato che non l’avrei trattata come un pezzo da museo. E infatti eccomi un paio di giorni dopo inerpicarmi tra le sassaie di questo monte, nei dintorni di Montorsaio.

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La raccolta

La raccolta

Quando i pulcini si perdono, qualcuno deve pure andare a raccoglierli. E’ quello che è accaduto una mattina di pochi giorni fa. Semplicissime cronache semi-quotidiane di un pollaio in Toscana.

Occasione per uno scatto tra le mani del fattore.

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Pirati in bianco e nero

Pirati in bianco e nero

La notte dei pirati di Porto Ercole, che avevo già  fotografato altre volte, è l’esempio di come una carnevalata possa apparire – in fotografia – un credibile, drammatico, sanguinoso assalto piratesco.

Come in Maremma ne successero tanti nel XVII secolo. Fu infatti un giorno terribile per il paese, il 12 giugno 1544 in cui il terrore peggiore dei maremmani si materializzò: un’intera flotta ottomana di pirati saraceni con 105 galere, comandata da Khair ad Din detto il Barbarossa, sbarcò come una devastante onda anomala in paese travolgendo, stuprando, incendiando.

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Linee verdi

Linee verdi

Mi sono ritrovato in un mare di filari con le prime foglioline delle viti che sbocciano. Le onde come colline attraversate dai tratti simili a quelli di un’incisione. Le ombre dei lecci di un sole all’imminente tramonto, linee orizzontali e perpendicolari alle altre. Almeno 6 direzioni diverse.

Osteria spagnola

Osteria spagnola

Un angolo di Roma al quale sono affezionato. Scenario di diversi eventi personali più o meno felici e infelici. Una mescolanza di vicende che potrebbero tranquillamente essere considerate anche brutti ricordi.

Ma alla fine non è così. In ogni caso esperienze vissute in una parte di Roma oscura e affascinante. Minuscole particelle di storia personale rispetto a le milioni di vicende stratificate nel tempo, da un minuto precedente ai secoli passati. Che hanno fatto la storia e la trasformazione intera della città .

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