Cronache

Sale e Vino alla bocche d'Albegna

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Quando si cercano notizie sulle torri, i fortilizi e gli edifici più antichi delle nostre zone, si scopre non di rado che una volta erano strutture dedicate alla produzione, al deposito o alla difesa dell’industria del sale. Da Castiglione della Pescaia, al fortilizio in mattoni rossi delle Marze, ai locali di piazza del Sale a Grosseto (dove ora si trova una vineria, un pub, e un discopub).

E’ il caso anche della Torre delle Saline alla foce dell’Albegna, costruita intorno al 1450 dai Senesi e ampliata dagli Spagnoli durante il dominio dello Stato dei Presidi. Gli spagnoli vi aggiunsero due bastioni e le torrette circolari sugli spigoli.
Ho visitato questo posto lo scorso Sabato e sono tornato con qualche scatto che allego a questo post.

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Fuoco e gavettoni

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Credevo di aver visto l’apice dei festeggiamenti quando abbiamo vinto contro la Germania. Mi sbagliavo.
Il vero appassionato di calcio non è mai contento della partita che si è svolta ed è sempre incazzato. Gli altri invece, cioè quasi tutti, vogliono solo un pretesto per poter festeggiare e fare casino. E vincere il campionato del mondo di calcio è un pretesto che a noi italiani basta.
Basta a consentire una festa in piazza, davanti alla questura, che per una sera infrange tutte le regole: sensi unici inesistenti, 5 passeggeri su un motorino, fuochi artificiali lanciati in mezzo alla folla, macchine ammaccate da gente che rimbalza sulle carrozzerie, autoarticolati e trattori nel centro storico affollati di gente sbronza, idranti privatizzati e aperti sulla folla come si vede nei film sul bronx, moto che scoppiano e sgommano, carrelli della spesa pieni di ragazze zuppe e mezze nude lanciati in mezzo alla piazza, passeggeri senza casco che guidano con una mano sola e tracannano fiaschi di vino. CONTINUA…

Massimo abbraccia il televisore

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Italia – Germania, 2 gol in 60 secondi al 13° del secondo tempo di supplementari, Massimo abbraccia il televisore.
Poi, nelle foto, quello che è successo in strada a Grosseto. Lo sbandieratore sull’edicola è lo stesso che si beffava della municipale la settimana scorsa. Nella prima foto sono io e quello che ha abbracciato il televisore mentre io urlando schiantavo un gesto dell’ombrello. La fontana odora di birra e c’è gente nuda per strada. Ciccioni saltano sui camioncini e qualcuno consuma le posteriori della moto sull’asfalto. La piazza avvolta in una nuvola di fumo.

Domenica la finale. Voglio fare come questo tifoso di Castiglione della Pescaia e urlare FORZA ITALIA… !

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Prerequisiti della vera sagra

sagra-e-salsciccie.jpgMi ricollego al post di Elisa sulle sagre di luglio e vi racconto cosa ne penso.

Le sagre in Maremma portano l’estate prima ancora delle temperature bollenti.
Ci si diverte, c’è gente ed è un occasione per fare qualche zingarata fuori porta.
Tornare dopo una giornata al mare e rifugiarsi a festeggiare in qualche paesino è davvero una bella abitudine che solo chi sta in Maremma può permettersi regolarmente. Alle sagre si passeggia, si comprano cianfrusaglie, si parla con tutti, si beve, si mangia, si balla. Si balla il liscio, che io ho quasi sempre osservato da lontano. Esistono alcune sagre e feste del vino dove si è tentato di ovviare ad una tradizione consolidata ( quella della tastieraccia e delle basi elettroniche, a volte delle fisarmoniche ), in favore di band poligeneri che passano da Bob Marley a Gabriella Ferri. Una vera bellezza.

Le sagre erano feste di paese dove in primavera si gustavano i prodotti migliori delle piccoli comunità  agricole dei dintorni. Vi si trovava il meglio perché erano organizzate come le nonne o le zie organizzano una cena per i figli e i nipoti in famiglia. La gente del posto festeggiava mangiando e bevendo i loro stessi prodotti. Cioè formaggi, maiale e vino. La ricorrenza era spesso religiosa e coincideva con l’anniversario della consacrazione della parrocchia. Per questo la sagra è sacra come il sagrato della chiesa. Luogo antistante la facciata e prospicente alla piazza dove infatti era solito organizzare queste feste.

Adesso le sagre richiamano gente da tutta la regione e costituiscono un importante richiamo per molti piccoli piccoli paesini. Alla sera vi sono veri e propri esodi di gente che abbandona l’afa notturna della pianura per sparpagliarsi tra i borghi collinari. Il turismo ha trasformato queste feste in una vera risorsa economica ed hanno imparato a sfruttare il mito di genuinità  che rappresentavano. Le date si moltiplicano, i piatti tipici si moltiplicano, si inventano nuove sagre e ogni paesino tenta di accaparrarsi i privilegi sul nome di qualche animale da selvaggina, gnocco o frutto da macchia mediterranea. Con molte guerre con la categoria dei ristoratori che denunciano concorrenza sleale.

In nome della preservazione della genuina sagra pubblico qui il manifesto e i prerequisiti delle vere feste paesane. Fatemi notare se ho omesso qualche punto fondamentale:
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Nelle grotte dell'Argentario fa più fresco che a casa mia

planimetria1g.jpg planimetria2g.jpgCome al solito la televisione denuncia un caldo straordinario. A me sembrano dei comunissimi 33 gradi all’ombra. Una normalissima arsura che ha in realtà  tardato ad arrivare quest’anno. Qualche giorno fa ho scritto un articolo sul Monte Argentario, lo voglio di seguito pubblicare integrandolo con qualche racconto personale (cliccate sotto su “more”).
Tornando in merito all’eremo di Malavalle raccontato da Elisa, voglio qui allegare la foto del cartello che si trova una volta giunti alle rovine. Quando non si ha voglia di leggere le indicazioni turistiche sul posto (mai farlo, cercate di documentarvi prima !) non c’è niente di meglio che sprecare un primo piano sull’insegna e rileggere con comodo a casa !

pianta eremo di malavalle

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26 Giugno 1939 – 26 Giugno 2006

piazza della vasca 2006 piazza della vasca 2006

Era da molto tempo che non si vedeva una festa così.
Volevo intitolare questo post “Giugno 2002 Italia-Korea, Giugno 2006 Italia-Australia“.
Il grigio della frustrazione di quella partita persa, giocata male o venduta ad un arbitro cornuto si assimilava bene con il bianco e nero e la desolazione di questa bella foto d’epoca di Piazza La Vasca. Troppo bella per non meritare il titolo reale di un anno così lontano.

34 gradi di caldo record. Grossetani sudati fuori dal lavoro per assistere alla partita. Strade assolate e deserte. Qualche grido e cori mozzati dai bar. Questo si sentiva per la strada mentre me ne tornavo in vespa dal lavoro guidando sulla striscia nel mezzo della Aurelia. Poi mentre io rientravo in casa, Totti entrava in campo.
mbecille.jpgQuando oggi pomeriggio ho scattato i festeggiamenti indiavolati di una partita vinta al 49° dopo una enorme fatica della nazionale, mi sono ricordato che avevo questa vecchia cartolina dello stesso luogo. Certo che la gente, i mezzi e le vetrate a specchio dei palazzi sono davvero cambiati da allora. In quegli anni il tricolore doveva passare per queste strade durante le parate fasciste, e al centro della bandiera svettava lo scudo dei Savoia.

Almeno quello, non lo meritiamo più !

Quando un’ora dopo ripassavo dalla stessa piazza, i festeggiamenti non erano ancora finiti. Guardate la rassegnazione di questo poveraccio. Abituato, di solito, a stare lui in mezzo agli incroci !

Solo da oggi, comincerò a seguire i Mondiali credo.

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